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Gli errori più mostruosi nel digital marketing

Nel mondo del digital marketing non servono streghe, zombie o vampiri per incutere paura.
 A volte, bastano campagne senza obiettivi, strategie improvvisate o siti dimenticati da Google per scatenare veri e propri incubi aziendali.

· 31 Ottobre 2025
Halloween è l’occasione perfetta per fare un po’ di “digital ghost hunting” e scoprire quali sono gli errori più mostruosi che spaventano clienti, utenti e algoritmi. Ma soprattutto, come tenerli lontani dal tuo business.

1. Pubblicare senza una strategia: il fantasma del “faccio perché devo”

Ogni giorno migliaia di brand popolano il web con post, articoli, newsletter e campagne… senza una strategia.
Il risultato? Tanti contenuti che vagano senza meta come fantasmi, invisibili al pubblico e agli algoritmi.
Una presenza digitale efficace non nasce dall’improvvisazione, ma da una strategia integrata che unisce obiettivi chiari, conoscenza del target, analisi del mercato e una calendarizzazione coerente.

Come esorcizzarlo:

- Definisci obiettivi SMART (specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e temporizzati).
- Studia il comportamento del tuo pubblico con dati e insight.
- Pianifica un editoriale coerente con la tua identità di marca.
Solo così i tuoi contenuti avranno davvero un’anima.

2. Ignorare i dati: lo specchio che non riflette

C’è chi dice “segui l’istinto”, ma nel digital marketing l’istinto, da solo, può diventare un mostro pericoloso.
Ignorare i dati significa agire al buio, prendere decisioni basate su sensazioni o abitudini e non sui comportamenti reali degli utenti.

Come tenerlo sotto controllo:

- Imposta correttamente strumenti di analisi come Google Analytics, Google Tag Manager e Meta Insights.
- Monitora KPI coerenti con gli obiettivi (non solo vanity metrics).
- Trasforma i dati in decisioni operative, non in semplici report.
Nel digital, i numeri non spaventano: spaventa chi non li legge.


3. Campagne senza manutenzione: gli zombie del marketing

Lanci una campagna, spendi budget e poi… silenzio. Nessun controllo, nessuna ottimizzazione, nessuna analisi post-campagna.
È così che nascono gli zombie del marketing: campagne che continuano a vivere (male) senza un cervello che le guidi.

Come riportarle in vita:

- Pianifica A/B test continui su creatività, copy e target.
- Rivedi le performance settimanalmente.
- Aggiorna le campagne in base ai risultati e al comportamento reale degli utenti.
Nel marketing digitale, l’unico modo per far “vivere” una campagna è nutrirla con dati e ottimizzazioni costanti.


4. Trascurare la user experience: la casa infestata del web

Un sito lento, confuso o non mobile-friendly è come una casa infestata: chi entra scappa alla prima porta che cigola.
La user experience è ciò che determina se un utente resta, naviga e converte… o fugge terrorizzato.

Come esorcizzare il problema:

- Ottimizza la velocità di caricamento (soprattutto su mobile).
- Cura la struttura di navigazione, rendendola intuitiva e accessibile.
- Lavora su design, copy e micro-interazioni per creare un percorso piacevole e coerente.
Ricorda: un sito ben progettato non deve solo “apparire bello”, ma guidare l’utente verso l’obiettivo in modo naturale.


5. Copiare i competitor: il mostro dell’imitazione

Nel tentativo di “fare come gli altri”, molti brand perdono la propria voce.
Copiare format, tone of voice o strategie altrui può sembrare la strada più facile, ma porta a un risultato peggiore di qualsiasi fallimento: l’anonimato.

Come evitarlo:

- Parti dal tuo valore differenziante.
- Sperimenta formati, linguaggi e canali che rispecchino la tua identità.
- Analizza i competitor per capire cosa funziona, ma non per clonarlo.
Nel digital vince chi è autentico, non chi è perfetto.


6. Dimenticare l’integrazione: il laboratorio del dottor Frankenstein

SEO senza contenuti, ADS senza strategia, social senza analisi…
Sono pezzi di un corpo digitale assemblato male, che si muove in modo scoordinato come una creatura di Frankenstein.
Il marketing moderno non vive di singole azioni, ma di ecosistemi interconnessi: SEO, social media, advertising, email marketing e CRM devono dialogare, scambiarsi dati e sostenersi a vicenda.

Come ricomporlo:

- Pianifica strategie omnicanale.
- Centralizza i dati in un unico sistema (CRM o CDP).
- Coordina copy, visual e tone of voice su tutti i touchpoint.
Solo così la tua comunicazione diventa coerente e riconoscibile, in ogni punto di contatto.


7. Dimenticare il fattore umano

Nel regno degli algoritmi, l’errore più grave resta dimenticare che dietro ogni click c’è una persona.
Automatizzare sì, ma senza perdere empatia, ascolto e autenticità.

Come evocare il lato umano:

- Crea contenuti che rispondano a bisogni reali, non solo a keyword.
- Usa l’AI per potenziare la creatività, non per sostituirla.
- Ascolta i feedback e adatta la comunicazione in modo evolutivo.
L’innovazione digitale è potente, ma solo se guidata da sensibilità e intelligenza umana.


Come sopravvivere a un marketing da brivido?

Nel digital marketing non servono incantesimi o pozioni magiche, ma consapevolezza, metodo e costanza.

Ogni errore può diventare un’occasione per migliorare, se lo si affronta con la giusta strategia e con partner capaci di tradurre i dati in azioni concrete.
In Glacom aiutiamo le aziende a evitare gli orrori digitali e a trasformare il marketing in un ecosistema vivo, coerente e misurabile, capace di evolversi nel tempo.
Perché nel digital, l’unico vero mostro è restare fermi.

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